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Tromba d’Aria e Downburst: Come Riconoscere e Comprendere le Differenze

Una tromba d’aria e un downburst sono entrambi fenomeni meteorologici estremi che si verificano durante temporali intensi, ma differiscono notevolmente nelle loro caratteristiche e negli effetti che provocano.
La tromba d’aria, conosciuta anche come tornado, è una colonna d’aria rotante e a bassa pressione che si estende dalla base di un temporale fino a toccare il suolo. Questo fenomeno è visibile come un imbuto di nuvole e detriti che si muove con grande violenza. I venti all’interno di una tromba d’aria possono raggiungere velocità straordinarie, superando anche i 300 km/h. La sua formazione è legata a forti contrasti tra masse d’aria calda e fredda all’interno di un temporale, che causano la rotazione della colonna d’aria. Le trombe d’aria tendono a colpire aree molto ristrette, ma con una potenza devastante lungo il loro percorso. La durata di una tromba d’aria è solitamente breve, da pochi minuti a una mezz’ora, ma i danni possono essere catastrofici.
Il downburst, invece, è un fenomeno diverso. Si tratta di una corrente d’aria fredda che scende rapidamente dall’alto all’interno di un temporale. Quando questa massa d’aria raggiunge il suolo, si espande radialmente, generando raffiche di vento molto forti che possono raggiungere velocità tra i 150 e i 200 km/h. A differenza della tromba d’aria, il downburst non presenta un movimento rotatorio, ma i venti si muovono in modo rettilineo e orizzontale rispetto al suolo. Questo fenomeno, sebbene possa durare solo pochi minuti, colpisce un’area più ampia rispetto a una tromba d’aria, causando danni distribuiti su una zona estesa, solitamente in una direzione lineare.
Insomma, la differenza principale tra questi due fenomeni risiede nella forma del vento e nell’area colpita: mentre la tromba d’aria è caratterizzata da un movimento rotatorio estremamente concentrato, il downburst è una potente corrente discendente che si espande orizzontalmente, colpendo una regione più vasta. Entrambi possono causare danni significativi, ma lo fanno in modi diversi e su scale diverse.

Stefano Ghetti: